Amalfi. Festa di SAN BIAGIO e Ritrovamento del capo di Sant’Andrea

Lunedì 25 gennaio 2021 Conversione di San Paolo, esposizione del capo e santa messa Giovedì…
Lunedì 25 gennaio 2021 Conversione di San Paolo, esposizione del capo e santa messa
Giovedì 28 gennaio 2021 Memoria del Ritrovamento del Capo di Sant’Andrea. 18.30 messa pontificale
Mercoledì 3 febbraio 2021 Festa di San Biagio messa pontificale

Fonte : PositanoNews.it
CIRO FERRIGNO E IL SUO GRUPPO PRESENTANO SANT’ALFONSO MARIA DE LIGUORI

DOMENICA 31 GENNAIO 2021 ore 17.15 SANTUARIO DELLA MADONNA DI ROSELLA “ L’AMORE DI SANT’ALFONSO…
DOMENICA 31 GENNAIO 2021 ore 17.15 SANTUARIO DELLA MADONNA DI ROSELLA
“ L’AMORE DI SANT’ALFONSO PER LA MADONNA – LE GLORIE DI MARIA”.
Con ANNABELLA SEVERI (voce) e ALFONSO M. DELLI FRANCI (chitarra)
Letture e musica sono il format che contrassegna gli eventi, assidui e continui del prof Ferrigno, anche in tempo di covid. In chiesa , a Madonna di Rosella, vi sono comunque pochi posti per partecipanti che si prenotano.
La figura del santo è particolarmente congeniale al tipo di presentazione del gruppo, infatti esso è autore sia di scritti che di musica.
Il mio ricordo personale , legato a Sant’Alfonso, è particolarmente affascinante. Dall’Accademia tedesca di Dillingen, attraverso Renate Markoff, l’abate di quel convento redentorista, ordine fondato da Sant’Alfonso, chiede di poter conoscere i luoghi Alfonsiani. Fu così che trascorremmo alcuni giorni in giro per la Campania, da Ciorano a Pagani, da Scala vicino Ravello a Vico Equense.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale facebook di Positanonews

Fonte : PositanoNews.it
Istituto Cultura Tasso 2021. Ciro Raia presenta Ferrandino re di Napoli

L’istituto di Cultura Tasso, riapre con un nuovo ciclo di conferenze, a partire da venerdi…
L’istituto di Cultura Tasso, riapre con un nuovo ciclo di conferenze, a partire da venerdi 29 gennaio con Ciro Raia e il suo libro Ferrandino re di Napoli, presso il museo Civico di San Francesco , alle 16.00. L’incontro sarà trasmesso da Positanonews, in diretta streaming sul canale dedicato.
Il saggio firmato da Ciro Raia racconta l’ultimo scampolo di autonomia di Napoli capitale
Restiamo ancora nella sfera della saggistica storica questa settimana, e poi riferita a un tempo, quello dell’evo aragonese, che ci piace particolarmente.
Un evo in cui l’astro di Napoli capitale splendeva nel firmamento dei regni d’Europa, e poi dei regni più all’avanguardia. L’autore di “Breve storia di re Ferrandino”, Ciro Raia, concentra la sua attenzione sull’ultimo scampolo di questa autonomia, narrandoci la parabola breve e drammatica del penultimo aragona di Napoli, Ferrante II di Trastamàra, morto in circostanze che l’autore – aiutato dalla letteratura sul tema – vuole rappresentarci misteriose.
In effetti numerose ipotesi circolano intorno alla morte prematura di Ferrandino, le quali vanno dalla possibile contrazione della malaria, ai danni prodotti dagli eccessi sessuali che, atipicamente, il Nostro consumava “piamente” con la consorte. E poi fino alla possibile trama dello spregevole Cesare Borgia, che potrebbe aver attentato alla vita del Sovrano con la somministrazione di veleno. Una morte misteriosa dunque che nasconde, forse, soltanto la sfortuna di un giovane costretto a subire stress enormi prima di riuscire a consolidare il proprio governo. Tra questi, l’invasione di uno degli eserciti più forti del tempo, quello di Luigi XII di Francia, frenato in circostanze fortunate, ma che potrebbe aver leso il cuore del giovane Sovrano non avvezzo a così gravi affanni. Soprattutto emergono, attraverso la trama del bel saggio, le grandi pressioni internazionali che spingevano all’annientamento del Regno più florido e influente della Penisola, la cui permanenza avrebbe, chissà, spinto a un’unità più equa di quella attuale. Breve storia di re Ferrandino, di Ciro Raia, è stato pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Guida e si colloca nella collana “Lente d’ingrandimento”.

Fonte : PositanoNews.it
SAN CATELLO A SORRENTO. FESTA IL 19 GENNAIO 2021

Doveva essere proprio bella la Chiesa di San Catello a Sorrento, a leggerla nelle descrizioni…
Doveva essere proprio bella la Chiesa di San Catello a Sorrento, a leggerla nelle descrizioni delle visite pastorali, con le decorazioni del Vaccaro e i preziosi arredi e quadri dei confratelli omonimi. Gli eventi della storia hanno voluto altro, sono rimasti, confluendo nella Chiesa dei Servi di Maria, oltre la grande devozione,il prezioso busto in legno, la grande pala d’altare con san Catello e Sant’Antonino ai piedi della Madonna, il reliquario e altri oggetti sacri.
Martedi 19 gennaio 2021 Don Ciro Esposito Parroco della Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni di Vico Equense dirà messa e di sera alla 18.30 il santo Rosario.
Riportiamo qui di seguito pagine dal libro di Di Leva della storia ricca e complessa:
La cappella di San Catello
Come abbiamo detto, nel 1572 venne inaugurato il monastero di Santa Maria delle Grazie. Esso fu inizialmente governato dagli “Ordini, et Constitutioni” emanati dal Brancaccio. Mancava soltanto la chiesa, la cui prima pietra fu posta il 7 dicembre dello stesso anno35. Sul foglio dell’Angelica, dietro il ritiro della Santissima Trinità, c’è una fabbrica. Possiamo affermare senza esitazione che si tratta dell’antica cappella dedicata a San Catello. Quando i Sorrentini accettarono la donazione della nobile Berardina Donnorso, fatta il 29 dicembre 1566 (poi perfezionata con gli atti del 5 gennaio, del 6 e del 28 febbraio 1567), con la quale destinò i suoi beni per l’edificazione di una Casa per le “Moniche del Popolo”, monsignor Giulio Pavesi cedette la chiesa, che si trovava su una parte del suolo destinato ad accogliere le fondamenta del nuovo ritiro. A questo punto dobbiamo registrare le seguenti concordanze: nel 1567 la bastionata è stata condotta a termine, la chiesa del borgo è ancora dedicata ai Santi Martiri. Nel 1 567 viene posta la prima pietra per l’erezione del ritiro domenicano, mentre è ancora in vita la solitaria cappella di San Catello. Da quest’ultimo dato topografico, così esplicitamente espresso, nasce la convinzione che la chiesa fu rilevata nel momento immediatamente precedente la sua scomparsa e che sta per seguire la costruzione del monastero. Ergo: dalle particolari letture della pianta assegniamo la fattura del disegno a qualche anno dopo il 1567 ma certamente prima del 1572, giacché noi dobbiamo supporre che la chiesetta non fu necessariamente distrutta nello stesso tempo in cui si poneva mano all’edificazione della clausura di Santa Maria delle Grazie “de populo”, per la quale i lavori durarono cinque anni.
Foto
3 di 4
Fonte : PositanoNews.it
Sorrento.Il 19 gennaio 1870 nasceva Aniello Califano. In…..canto napoletano

Non c’è angolo del mondo, che in un modo o nell’altro, non si canti la…
Non c’è angolo del mondo, che in un modo o nell’altro, non si canti la canzone di Califano , O’ Surdat ‘nammurat o torna a Surriento. Personalmente ho avuto modo di ascoltarla nei villaggi di animazione turistica del Kenia , di Cuba, del Giappone. Tale e tanto da considerarlo un vero e proprio ambasciatore della cultura italiana nel mondo a tutti gli effetti e soprattutto in perpetuo.
Lo ricordiamo per questo anniversario, con le pagine di Nino Cuomo, riportate anche nell’agenda sorrentina 2021, ma soprattutto, quasi a sottolineare la grandezza e l’attualità della sua eredità, il libro fresco fresco di stampa, In…canto napulitano” a cura di Antonio De Rosa e Olga Laudonia che hanno rispettivamente arrangiato e revisionato per orchestra giovanile alcune canzoni classiche napoletane, in cui Califano occupa un ruolo principale. Stiamo parlando di uno dei più grandi patrimoni mondiali, unico per struttura melodica e armonica, ma soprattutto per aver impiegato versi immortali i cui artefici sono stati alcuni dei più grandi poeti a cavallo tra Ottocento e Novecento, come Aniello Califano,Libero Bovio, Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo, E. A. Mario e così via.
IN…CANTO NAPULITANO DI ANTONIO DE ROSA E OLGA LAUDONIA
Tre le composizioni trascritte dal repertorio classico napoletano:
1) Tarantella luciana di L. Bovio e E. Cannio;
2) Funiculì funiculà di G. Turco e L. Denza;
3) ’O surdato ‘nnammurato di A. Califano e E. Cannio.
Gli arrangiamenti presentano un organico misto che può essere variato a seconda delle esigenze:
Tarantella luciana: due flauti, due clarinetti, violino, violoncello, due chitarre, due pianoforti, percussioni;
Funiculì funiculà: due flauti, due clarinetti, violino, violoncello, due chitarre, due pianoforti, percussioni;
‘O surdato ‘nnammurato: due flauti, due clarinetti, due chitarre, due pianoforti, percussioni.
Gli ultimi due brani contengono le parti di voce solista e coro che, in caso di mancanza, possono essere sostituiti da strumenti melodici.
L’opera fornisce un repertorio valido per esibizioni e concorsi.
Il vasto e prezioso patrimonio delle Canzoni Classiche Napoletane, che ci invidiano in tutto il mondo, non solo rappresenta una grande e immensa ricchezza d’arte e di cultura il cui risultato è sempre stato di sorprendente attualità, ma il suono e il ritmo di cui sono impregnate queste importali melodie, si adattano perfettamente a qualsiasi tipo di arrangiamento, soprattutto al jazz, ma anche ad altre forme libere e particolarmente efficaci come la recente revisione dei nostri due docenti e musicisti che, con il loro attento e stimolante arrangiamento, hanno sottolineato, ancora una volta l’importanza di questo vasto patrimonio culturale che rende la città di Napoli e le sue tradizioni, un unicum mondiale.
lato destro, si nota – da lontano – il sepolcro del grande ottocentista
russo, Silvesrer Scedrin, morto qui nel 1 830. Adiacente,
sulla destra, s’incontra, con un ornamento di alloro in bronzo,
una nicchia sul cui esterno si legge: “Aniello Califano, il poeta
di Sorrento, riposa accanto a mamma sua” epigrafe dettata da
Libero Bovio.
Nato a Sorrento il 19 Gennaio 1 870, da Alfonso (ricco
possidente) e da Rosa Rispoli, la cui famiglia era proprietaria
dell’Hotel Rispoli, da cui ebbe origine l ‘odierno Excelsior Hotel
Vittoria, Aniello, per seguire i desideri del padre, si avviò
agli studi di ingegneria e per tale scopo si trasferì a Napoli.
L’animo del giovane Califano, però, non era fatto per le materie
tecniche, era animo di poeta e trasportato dai suoi ardori, rinunziando
agli studi di ingegneria, si tuffò nella bella vita napoletana
e diede sfogo al suo estro poetico, divenendo presto uno dei
più ricercati per la canzone napoletana.
Fu un poeta prolifico, tanto che, nell’edizione del l 9 1 6 della
Piedigrotta Gennarelli, si legge che, volendo enumerare le canzoni
scritte da Aniello Califano una pagina della rivista non sarebbe
stata sufficiente, aggiungendo che “Egli è il più popolare
poeta partenopeo. Non vi è un nome femminile che Aniello non
abbia cantato; non vi è un vicolo di Napoli che egli non abbia
citato nelle sue innumerevoli canzoni”.
Era dotato di un’eccezionale ricchezza d’ispirazione, tanto
che, un giomo (nel 1907), si trovò all’Hotel Tramontano, dove
si recava spesso a far visita al proprietario Guglielmo Tramontano,
suo amico, che era anche il Sindaco di Sorrento e fu protagonista
di un episodio particolare. Ovviamente era presente
Giambattista De Curtis, ma trovò anche Salvatore Gambardella
(autore di molte famose canzoni napoletane) ed altri amici della
posteggia e della musica napoletane. Don Guglielmo lo stuzzicò
facendogli notare come il De Curtis, che non era sorrentino,
era l’autore dei versi di “Torna a Surriento” che aveva già raggiunto
grande successo e lui che lo era, non aveva prodotto una
canzone degna dell’altra. E Aniello Califano non accettò, neanche
per scherzo, la contestazione e rivoltosi a Gambardella,
gli disse: “Salvato’ scrivi” e dettò i versi di una grande canzone
(musicati dallo stesso musicista), “Serenata a Surriento” :
suspire d’ ammore,
delizia ‘e stu core
tu sì ‘nu buchè!
Surriento, Surriento!
So’ffatte pe ‘ ‘ncanta ‘
‘stu cielo, ‘sti ciardine . . .
chest’aria, ‘sti marine!
superò quella dei fratelli De Curtis!
I grandi amori di Aniello Califano furono Sorrento e le donne!
Se ho riferito innanzi che non vi era nome di donna che da
Aniello non fosse stato . . . cantato, ve ne sono alcune, apparentemente,
anonime, come La Surrentina
Nc e sta 1 na Surrentina
a parte d’o mercato,
‘nu piro sceruppato
una cosa ‘a mbalsama ‘
Ma la sua vita spensierata, lontano da San Lorenzo, dove
vivevano la moglie ed i figli, doveva pure aver fine. Una notte
sognò il padre, che era morto qualche anno prima, che lo rimproverava
del suo modo di vivere e lo sollecitava a rientrare
in famiglia, perché a breve l’avrebbe raggiunto. Aniello rimase
scosso, scrisse l’ultima sua canzone, “Tiempe belli”, che consegnò
subito all’editore Feola e ritornò in paese.
Dopo poco tempo fu attaccato dal vaiolo (pare a seguito di
un viaggio a Roma, per consegnare alcune sue composizioni al
presidente Wilson in visita in Italia) e morì isolato per paura del
contagio.
Era il 20 febbraio 1 9 1 9 e, dopo quattro anni, 1′ 1 1 Novembre
1923, i suoi resti mmtali furono trasferiti a Sorrento da San
Lorenzo, per iniziativa di Saltovar (Silvio Salvatore Gargiulo),
coetaneo ed amico, con un apposito comitato di cui esponente
vivo era l’ altro suo amico, l’ex Sindaco Guglielmo Tramontano,
sostenuti dal Sindaco avv. Lelio Cappiello, che riuscì
ad ottenere le spoglie, rivendicandole per la sua patria.
“Il Mattino” di Napoli, nella cronaca del 14- 1 5 Novembre
1923, dava notizia dell’evento: “Una mattinata d’aprile, sorta
come d’incanto sotto un terso e pessimo cielo opalino, accolse
Domenica 1 1 corrente, le preziose ceneri del geniale poeta
sorrentino Aniello Califano. Semplice come l’anima del poeta
si è svolta la commovente cerimonia. Nella navata principale
del Maggior Tempio di Sorrento, sopra di un artistico catafalco
cope1to di fiori, è stata deposta l’urna in mezzo ad una grande
corona d’alloro colla scritta ‘ Sorrento al suo Poeta Aniello Califano’.
Circondavano il tumolo altre splendide corone: quella
della vedova, dei figli e del genero Gaetano Citarella, del cav.
Fiorentino cugino dell’estinto, del Municipio di Sorrento, del
comm. Guglielmo Tramontano, del Circolo dei commercianti
ed una branche di garofani rossi di Silvio Salvatore Gargiulo al
suo indimenticabile amico . . . ”
Nel 1953, il Comune di Sorrento, nel costruire la strada che,
a valle, pone in comunicazione via Correale con via Rota, la
dedicò a questo suo illustre figlio in considerazione della sua
panoramicità di fronte a quelle bellezze della natura alle quali il
poeta si era ispirato per descrivere la sua Sorrento. Ed, all’inizio
di essa (sull’esterno dell’edificio Correale, che ospita il Museo),
furono posti i versi
Surriento è nu paese affatturato
Surrtiento è nu paese ncantatore,
E solamente chi nun tene core
E stu ciardino se ne po’ scurdà.
Nel 1 979 un nipote di Califano, ministro nel Governo
Carter degli USA, venendo a Sorrento, per visitare la patria
dei suoi avi, volle farsi fotografare vicino alla lapide della
strada.
Infine, nei primi anni ‘ 80 il Comune di Sorrento patrocinò
il premio di poesia intitolato ad Aniello Califano!


Foto
3 di 3
Fonte : PositanoNews.it
Festa della Conversione di San Paolo con Canto gregoriano

Quasi a voler dar seguito alla lezione sul Canto Gregoriano, tenuta in webinar, dal Liceo…
Fonte : PositanoNews.it
FESTA DI SAN VALERIO A CASARLANO. Storia di un culto. 16 gennaio 2021

Ci prepariamo a vivere la festa di San Valerio all’inizio di questo nuovo anno e…
Ci prepariamo a vivere la festa di San Valerio all’inizio di questo nuovo anno e ancora nella luce del tempo di Natale appena concluso! Ci vediamo a Casarlano. Annuncia con gaudio Don Enzo, parroco di Casarlano.
L’Epifania tutte le feste porta via! dice un antico detto. Non è vero in Penisola Sorrentina perchè:
16 gennaio San Valerio santo Patrono di Sorrento con Sant’Antonino, Atanasio e Bacolo
17 gennaio San Antonio Abate, quello col maialino
19 San Catello patrono di Castellammare , ma con un bel busto argenteo a Sorrento
20 San Sebastiano patrono di Gragnano. Protettore di tutte le Polizie
dal volume di Michele Fiorentino Casarlano e la sua Madonna traiamo questo scritto e le relative immagini
SAN VALERIO
Circoscritto all’ambito comunitario della Parrocchia di S. Maria di Casarlano
e alla devozione di poche centinaia di fedeli, dopo oltre 1500· anni, il culto
e la venerazione per San Valerio
vescovo sorrentino ancora
sopravvivono.
Ben 10 sono i personaggi
iscritti nella serie dei Santi della
chiesa cattolica che portano
il nome di Valerio. Scarsissime
sono le fonti e le notizie circa
la vita e le gesta del nostro San
Valerio ma sufficienti a testimoniare
storicamente la persona
e il suo culto. La comunità
ecclesiale sorrentina, una
volta riconosciuta la sua santità,
dopo la morte, lo elevò
agli onori degli altari, tramandandone
il culto, inizialmente
sorto sul luogo della sua sepoltura,
ed il giorno dell’anniversario
del dies natalis, cioè della
morte, il 16 gennaio.
Strettamente legato alla
figura di San Renato, suo maestro
e predecessore sulla cat- 5. Valerio affrescato nel catino absidale della Basilica di
tedra vescovile, Valerio visse a 5. Antonino. Primo quarto sec. XVII
Sorrento a cavallo della metà del V secolo, e condivise con l’anziano pastore
gran parte della vita, il luogo di sepoltura e il culto.
Preziosa testimonianza sul culto attribuito ai due santi sorrentini ci è fornita
da un libellus miraculorum ovvero un’antica omelia in lode, redatta probabilmente
nel sec. VIII, nella quale, in assenza totale di dati biografici, viene
evidenziata e glorificata la potenza miracolosa dei due santi, intervenuti in
soccorso del popolo sorrentino, in occasione dell’assedio longobardo della
città nel 635.
Similmente nella Vita Antonini comunemente attribuita all’Anonimo Sorrentino
e la cui stesura originale venne redatta nell’XI secolo, ritroviamo i
nostri santi a condividere il patronato sulla città con Antonino, Atanasio e
Bacolo. Nel passo dove l’agiografo narra l’intervento miracoloso dei patroni
sorrentini in difesa della città contro la minaccia dei saraceni, che nell’846
imperversavano nel golfo di Napoli, ci descrive in ordine le figure dei santi,
iniziando da 5. Antonino, patrono principale, e a seguire gli altri quattro santi
con l’ultimo che .. florido di grazia giovanile disse di chiamarsi Valerio. Tratti,
evidentemente già fissati da una precedente tradizione pittorica, che avrebbe
sicuramente influenzato anche la successiva iconografia relativa al Santo,
sempre ritratto in sembianze giovanili.
Valerio, ancora in piena adolescenza, attratto dall’esperienza mistica ed
ascetica che 5. Renato andava sperimentando, in solitudine e contemplazione,
non lontano dalla città, in una grotta scavata nel tufo alle pendici della
collina di Casarlano, maturò anch’egli la vocazione di ritirarsi presso questo
romitorio e condividere la preghiera con l’anziano eremita.
Contemporaneamente la comunità ecclesiale sorrentina andava organizzandosi
in proprio, affrancandosi da Napoli; dovendo eleggere il nuovo pastore
della loro Diocesi, la scelta cadde sull’eremita Renato che, per la fama
della sua santa vita, e per acclamazione popolare, fu eletto vescovo.
Molto probabilmente il giovane Valerio si trovò ad assistere e coadiuvare
l’anziano maestro nel governo pastorale della comunità sorrentina, tanto
che alla sua morte, che la tradizione – ,. -·=
pone al 6 ottobre 4501 l’assemblea del
popolo e del clero lo elesse suo successore.
Non sappiamo con certezza
quanti anni Valerio abbia governato la
chiesa di Sorrento ma, alla sua morte,
avvenuta in giovane età, i sorrentini,
composte le spoglie, decisero di sistemarle
accanto a quelle di S. Renato,
nel santuario che avevano innalzato
per accoglierle, presso l’asceterio dove
erano vissuti i due Santi, e di venerarlo
quale santo patrono della città.
Verso l’VIII secolo il santuario fu affidato
ai monaci benedettini di Montecassino
che vi impiantarono una loro
comunità costruendoci accanto un
monastero reso, in breve tempo, ricco 0
sec. XVIII. Cripta Basilica di 5. Antonino
e famoso. Esso divenne il centro irradiante
della devozione e venerazione
verso i due santi vescovi, una fucina di
preghiera, di studio e di cultura.
Durante alcuni lavori di ampliamento
delle fabbriche, avvenuti agli inizi
del 16001 sotto il vecchio altare maggiore
della chiesa, furono rinvenute
due cassette di piombo contenenti i
resti dei corpi dei santi Renato e Valerio,
dando così conferma e certezza
alle affermazioni della tradizione. Esse
vennero riposte sotto l’altare maggiore
del nuovo tempio. Nel 1807, la legge
napoleonica di soppressione degli ordini
religiosi investì anche i benedettini
di Sorrento che furono costretti ad
abbandonare la loro gloriosa sede per
non farci più ritorno. Nulla più oggi rimane
di questo grande ed importante
monumento medievale se non alcune i.;.._ .__
rovine del cenobio, visibili accanto al
cimitero comunale, che ha preso il po-sto della chiesa abbaziale e di gran
parte del monastero. Il degrado, la
noncuranza e l’ignoranza hanno fatto
il resto, e contribuito a rendere
l’antico complesso di S. Renato un
cumulo di pietre e macerie, in attesa
che qualcuno si ricordi di questo antichissimo
Scriptorium medievale.
Nel 1821 l’arcivescovo Mons. Michele
Spinelli121 decretò la traslazione
delle reliquie dei due santi
dalla chiesa del monastero di S. Renato
alla Cattedrale; inizialmente,
esse furono sistemate all’altare di
S.Antonino, nella cappella a sinistra
del transetto e, nel 1899, per
, collocate nella
quarta cappella della navata destra,
insieme ai resti degli altri due santi
vescovi, Atanasio e Bacolo, visibili
ai fedeli sotto la mensa marmorea
dell’altare. Sull’altare col locò una
tela del pittore romano Augusto Mariani
raffigurante i quattro vescovi.
Dedicata ai nostri due santi vescovi
era anche la chiesa principale della
città, sede del vescovo e della diocesi.
Di essa ci è pervenuta una delle
due mensole-architrave, che appart
eneva al protiro della cattedrale altomedievale,
reca nte l’iscrizione dedicatoria
latina ai santi Renato e Valerio,
che si data tra la fine del IX inizi
del X secolo, e collocata oggi, tra i
marmi reimpiegati nel campanile
romanico del Duomo123
• Poco o nulla 5. Valerio affrescato nello spicchio della cupola
della Cattedra/e dal pittore C. Scognamiglio nel
188J conosciamo st oricamente di questi
primi tempi della chiesa sorrentina. Due
secoli dopo, in piena epoca ducale, la
catted rale venne ricostruita nelle nuove
forme romaniche, cambia dedicazione
e riconsacrata nel 1113 ai santi Filippo
e Giacomo. Parte degli arredi scultorei
che facevano parte della cattedrale altomedievale,
come la mensola segnalata,
vennero rimossi e riutilizzati per la costruzione
del nuovo campanile agli inizi
del Xli secolo, operazione che cancellò
completamente l’immediato momento
passato.
Sotto la spinta dell’attuale parroco d.
Giovanni, la festività di San Valerio ha
ripreso vigore. Nel 2006 è stata acquistata
una nuova effigie del santo, realizzata
in legno intagliato su un modello
della distrutta statua di
cartapesta, già presente
in chiesa, e sistemata
nel primo altare a sinistra.
La nuova statua fu
accolta dal popolo nella
piazzetta S. Valerio, laddove
si ergeva l’antica
estaurita del Santo, ne.I
rione di (asola, e portata
processionalmente in
parrocchia. Ogni anno
un triduo precede la f estività
del 16 gennaio,
che si chiude sempre con
spari di mortaretti e un
momento di frat erna aggregazio
Foto
2 di 2
Foto
3 di 4
Fonte : PositanoNews.it
Cetara donazione di sangue

Il Nucleo Comunale di Protezione Civile di Cetara con l’AVIS di Salerno organizza la raccolta…
Fonte : PositanoNews.it
Positano, Parrocchia di Santa Maria Assunta. Celebrazioni religiose da lunedì 11 a domenica 17 gennaio 2021

Positano. La Parrocchia di Santa Maria Assunta rende noto il programma settimanale delle celebrazioni religiose…
Positano. La Parrocchia di Santa Maria Assunta rende noto il programma settimanale delle celebrazioni religiose da lunedì 11 a domenica 17 gennaio 2021.
Lunedì 11 gennaio
Ore 17.00 – Chiesa S. Pietro
Ore 17.30 – Chiesa Nuova
Ore 18.00 – Chiesa Santo Rosario
Martedì 12 gennaio
Ore 17.30 – Chiesa Nuova
Ore 18.00 – Chiesa Santo Rosario
Mercoledì 13 gennaio
Ore 17.00 – Chiesa San Giacomo
Ore 17.30 – Chiesa Nuova
Ore 18.00 – Chiesa Santo Rosario
Giovedì 14 gennaio
Ore 17.30 – Chiesa Nuova
Ore 18.00 – Chiesa Santo Rosario (S. Messa e Adorazione Eucaristica)
Venerdì 15 gennaio
Ore 17.30 – Chiesa Nuova
Ore 18.00 – Chiesa Santo Rosario
Sabato 16 gennaio
Ore 17.00 – Chiesa San Giacomo
Ore 17.30 – Chiesa Santa Margherita
Ore 18.00 – Parrocchia S. Maria Assunta
Domenica 17 gennaio
Ore 8.30 – Chiesa Nuova
Ore 9.00 – Chiesa Santa Caterina
Ore 9.30 – Chiesa Santo Rosario
Ore 11.00 – Parrocchia S. Maria Assunta
Ore 18.00 –Parrocchia S. Maria Assunta
Fonte : PositanoNews.it
Comprensivo Bozzaotra : pronto l´ OPEN DAY

La scuola non si ferma . Anche quest´anno, il Comprensivo Bozzaotra, diretto dalla Dirigente prof.ssa…
La scuola non si ferma . Anche quest´anno, il Comprensivo Bozzaotra, diretto dalla Dirigente prof.ssa Angelina Aversa, e´ pronto. Porte aperte – su appuntamento- dall´ 11 al 16 Gennaio 2020 -per la settimana dedicata all´Open Day.
Al link https://www.icbozzaotra.edu.it/open-day-6/ disponibili tutte le informazioni inerenti
l´Offerta Formativa della Scuola e modalità di contatto per un colloquio con la Dirigente e collaboratrici del suo staff.
Fonte : PositanoNews.it