Penisola Sorrentina

Una colonia felina amata, seguita quotidianamente da cittadini e volontari, è sparita nel nulla. Dodici gatti, tra adulti e cuccioli, sono scomparsi nel giro di pochi giorni nella zona di Sant’Agnello. Alcuni di loro sono stati ritrovati morti, senza scampo, probabilmente avvelenati. È un episodio che scuote la Penisola Sorrentina, e che ha spinto il Comitato per la Tutela della Salute Pubblica, attraverso le parole forti e chiare del suo presidente, Rosario Lotito, a rompere il silenzio: «Gatti avvelenati. Non è un incidente: è crudeltà. E noi non staremo zitti.
Nelle ultime settimane è accaduto qualcosa di orribile.
Una colonia felina composta da più di 12 gatti – adulti e cuccioli, amati e curati ogni giorno da volontari e cittadini – è sparita nel nulla.
Alcuni sono stati trovati morti. Avvelenati.
La versione che ci è stata raccontata? Che si tratterebbe di un “incidente”, che i gatti avrebbero ingerito veleno per topi, o magari topi già avvelenati.
Ma chi conosce i gatti – davvero – sa che questa spiegazione non regge: i gatti non mangiano le esche per topi, perché l’odore li respinge.
E quelli di questa colonia erano nutriti e seguiti. Non erano affamati né abbandonati.
È improbabile che un’intera colonia scompaia così, tutta insieme, per un “caso”.
Parliamo di un avvelenamento volontario. Di un gesto crudele e vigliacco.
E ora vogliamo risposte.
Vogliamo sapere chi è stato.
Vogliamo giustizia per questi animali innocenti, che non davano fastidio a nessuno.
Vogliamo che chi ha fatto questo paghi, come previsto dalla legge.
Perché uccidere un animale è un reato. PUNTO.
Se qualcuno ha visto o sentito qualcosa, parli ora. Anche in forma anonima.
Non possiamo più accettare il silenzio. Non possiamo più girarci dall’altra parte.
Condividete questo messaggio. Facciamolo girare. Diamo voce a chi non ce l’ha».
Le parole del Comitato parlano a nome di tanti: dei volontari che ogni giorno si prendono cura degli animali sul territorio, dei cittadini che hanno imparato a conoscere quei gatti uno a uno, delle famiglie che li consideravano parte del quartiere.
L’avvelenamento di animali non è solo un crimine contro la fauna urbana: è un segnale allarmante, un campanello d’allarme sociale. Oggi tocca ai gatti. E domani?
Quello che è accaduto a Sant’Agnello non può e non deve essere archiviato come un episodio isolato o un errore di distrazione. È il sintomo di qualcosa di più profondo: della necessità di una coscienza collettiva che riconosca gli animali come esseri senzienti, portatori di diritti e degni di rispetto.
Ora è il momento di farsi sentire. Di pretendere giustizia. Di dire, con forza, che uccidere non può essere mai una soluzione. Mai un dettaglio. Mai un incidente.
E se il crimine è silenzioso, non lo sarà la risposta della comunità.