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Circa 150 pizzaioli italiani e stranieri, 20 nazioni partecipanti, cinque discipline, una competizione per under35,…

Circa 150 pizzaioli italiani e stranieri, 20 nazioni partecipanti, cinque discipline, una competizione per under35, un web contest per eleggere la migliore pizzeria dell’anno, oltre 1000 operatori attesi e tre intensi giorni ad alto tasso competitivo. Sono questi, in sintesi, i numeri delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana, che prenderanno il via l’8 luglio a Napoli, presso la sede dell’Associazione Verace Pizza Napoletana AVPN, in via Capodimonte 19A.
Dal Giappone al Brasile, dagli Usa all’Australia, passando per Cile, Malesia, Thailandia e naturalmente Italia, arrivano da ogni parte del pianeta gli atleti’ che si daranno battaglia per conquistare le agognate medaglie d’oro, d’argento e di bronzo nella categoria singolo e per Paese. Fino al 10 luglio si sfideranno nelle seguenti discipline: «Vera Pizza Napoletana», «Per Gourmet», «Gluten free», «Pizza Fritta» e «Mastunicola». Nutrita, ça va sans dire, la delegazione italiana con 77 professionisti provenienti da tutto lo Stivale, Campania in testa. Ma a fare la parte del leone c’è anche il dream team giapponese (21 pizzaioli) e quello americano (11), seguiti dai rappresentanti di Brasile (4) e Australia (3). Quaranta, in particolare, le giovani promesse che gareggeranno in un concorso ad hoc per conquistare il titolo di pizzaiolo under 35, dopo aver superato i gironi intercontinentali di qualificazione e una selezione che ha coinvolto circa 300 concorrenti.
A sancire l’inizio dell’avventura, sarà la cerimonia inaugurale con l’accensione del forno olimpico e, a seguire, la grande convention internazionale di AVPN, che quest’anno festeggia il suo 35esimo anniversario e per l’occasione aggiorna alcune regole del Disciplinare internazionale della Vera Pizza Napoletana. Un upgrade che è in linea con l’evoluzione della professione di pizzaiuolo napoletano e della sua arte, celebrata ormai in tutto il mondo e da due anni riconosciuta patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco.
Si scaldano dunque i forni per quello che si preannuncia un appuntamento imperdibile per gli addetti ai lavori e gli associati AVPN che nel corso della tre giorni olimpica potranno assistere anche alla sottoscrizione del Manifesto della Verace Pizza Napoletana, elaborato sulla base dei principi etico-professionali sanciti dall’attuale decalogo dell’Associazione.
Ma si infiammano pure i campi di gara, che apriranno i battenti già dal pomeriggio dell’8 luglio con la preparazione degli impasti. Il 9 luglio, scrive Luciano Pignataro su Il Mattino, si entra nel vivo della competizione con le giurie tecniche impegnate in intense sessioni di degustazioni e valutazioni alla cieca per le discipline Vera Pizza Napoletana, Per Gourmet e Mastunicola e per il concorso Under 35, mentre la mattina del 10 luglio sarà il turno dei concorrenti della Pizza fritta e della Pizza senza glutine. Per ogni competizione saranno espressi voti in 100/100 e successivamente, in base alla media dei punti di ogni pizzaiolo (ottenuta dalla semplice media matematica di tutte le schede compilate dai giurati), saranno elaborate le classifiche, a cui si affiancheranno anche le graduatorie per nazione.
Non resta poi che attendere la serata finale di gala per scoprire chi salirà sul podio, nel corso della cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici che si svolgerà presso la prestigiosa sede del Circolo Canottieri Napoli. Una grande festa-spettacolo, quest’ultima (solo su invito), intitolata Pizza con le Stelle che, oltre alle premiazioni – che si svolgeranno alla presenza di vip e personalità di spicco del mondo dello spettacolo, dello sport e della gastronomia – vedrà di scena una sorta di gara nella gara con grandi chef e maestri AVPN chiamati a cimentarsi in divertenti show cooking a squadre per conquistare il giudizio della speciale giuria della serata.
Il mondo della pizza non conosce la sosta estiva. Anzi, al contrario, si moltiplicano le iniziative che, tra l’altro, coinvolgono sempre di più i social, un campo che vede la categoria dei pizzaioli al primo posto per vivacità e creatività. Apre le danze l’Associazione Verace Pizza Napoletana (Avpn) che celebra i suoi primi 35 anni con l’organizzazione di vere e proprie Olimpiadi che vedranno la partecipazione di almeno 150 pizzaioli provenienti da tutti i Continenti. Una iniziativa che ha visto anche l’organizzazione di un contest aperto ai circa 800 iscritti dell’Avpn svoltosi dal 27 giugno al 5 luglio.
E, a proposito di contest, dobbiamo ricordare gli altri due in corso: quello dell’Apn per decidere le due pizzerie che vanno a completare il quadro della partecipazione al Pizza Village previsto a settembre, e quello del PizzAward organizzato da Mysocialrecipe. Il sito di registrazione di recette di Francesca Marino è stato il primo ad utilizzare questo strumento della rete con la finale live al Mulino Caputo e anche la quarta edizione sta conoscendo successo mondiale.
Il mese si concluderà al Teatro Mercandante con la finale di 50TopPizza che per la prima volta gode anche del patrocinio del Comune di Napoli.
Un mese intenso, come vedete, di manifestazioni ma anche di riflessione sul nuovo disciplinare che poi è l’altro tema importante delle Olimpiadi della Pizza dell’Avpn. Da più parti queste regole scritte nel 1984 per definire la vera pizza napoletana, sono finite sotto attacco. Certo, alcune cose vanno ripensate, ma non dobbiamo mai dimenticare che è proprio grazie a questo primo passo che si è arrivati alla conquista del riconoscimento Unesco dell’arte del Pizzajuolo Napoletano come patrimonio immateriale dell’Umanità. Un disciplinare è un po’ come una piccola Costituzione e non può essere cambiato sull’onda emozionale del momento(leggi i cornicioni a canotto) o sotto la pressione di campagne commerciali come è avvenuto per la storia dell’integrale qualche anno fa. Un classico diventa tale proprio perché supera le moda. Quello che è successo con l’integrale e l’uso della biga per la lievitazione non è stato altro che un tentativo dei panettieri di riappropriarsi della pizza dopo la separazione avvenuta nel 700. Il problema è che la pizza non deve profumare di pane, ma di pizza e che l’impasto diretto, la farina 00 e una buona lievitazione sono alla fine gli ingredienti più semplici per avere una buona pizza napoletana, che significa appunto, margherita e marinara. Tutto il resto è opinione, gustosa e rispettabile. Ma opinione, appunto. Non storia.

Fonte : PositanoNews.it

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