
In un momento storico segnato da conflitti e silenzi assordanti, anche da un piccolo angolo di bellezza come Positano si leva una voce forte e coraggiosa. Gabriella Guida, consigliere di minoranza del Comune, ha annunciato attraverso i suoi canali social l’adesione all’iniziativa promossa da MEAN – Movimento Europeo di Azione Non Violenta: uno sciopero della fame in segno di protesta contro il massacro dei civili a Gaza e per la liberazione di tutti gli ostaggi coinvolti nel conflitto in corso.
Ecco le parole di Gabriella Guida: «Digiuno per Gaza per restare umana.
A partire da oggi, aderisco con convinzione all’iniziativa promossa da MEAN (Movimento Europeo di Azione Non Violenta) unendomi a molti Amministratori Pubblici italiani, Sindaci, Assessori, Consiglieri regionali e comunali.
Un appello partito dal basso, firmato da amministratori locali, attivisti, cittadine e cittadini, ha dato vita a una mobilitazione nonviolenta senza precedenti: uno sciopero della fame a staffetta per chiedere la fine del massacro in corso a Gaza e un intervento deciso delle istituzioni italiane a sostegno del cessate il fuoco e dei diritti umani.
Domenica 1° giugno, la Presidente dell’Umbria Stefania Proietti ha consegnato al Presidente della Repubblica Mattarella la lettera per chiedere un chiaro segnale per pretendere la fine di questo eccidio del popolo palestinese.
Nel suo discorso, in occasione del 2 giugno, il Presidente ha affermato “È disumano ridurre un popolo alla fame. Israele consenta l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia” e ancora “L’occupazione illegale non può essere presentata come una misura di sicurezza”.
Continuiamo a digiunare perché la politica italiana non si volti, ancora una volta, dall’altra parte».
Con questo atto simbolico, Gabriella Guida si unisce a un movimento più ampio di cittadini, attivisti e rappresentanti istituzionali che stanno scegliendo la non violenza attiva come forma di resistenza civile. Lo sciopero della fame diventa così strumento di denuncia, ma anche di solidarietà concreta verso le popolazioni colpite.
In un’Italia e in un’Europa spesso paralizzate da incertezze e calcoli geopolitici, la scelta della consigliera positanese rappresenta un segnale di responsabilità civile e morale. Un invito, forse, a interrogarsi non solo su ciò che accade lontano da noi, ma anche su cosa possiamo fare – nel nostro quotidiano – per non restare indifferenti.
“Il dolore non ha confini. E la dignità umana nemmeno”.